Prima domenica di marzo. La primavera è alle porte. Inizi a mettere via i maglioni e recuperi le felpe, consapevole che farà ancora un po’ freddo e che potrebbero esserci ritorni gelati, ma confidi nella tua forza di volontà.
Speri che l’allergia non arrivi prepotente, che l’energia ritorni nonostante l’imminente cambio dell’ora, e, segretamente, ogni ora in più che il sole ti regala, sogni già l’estate.
Ma prima domenica di marzo significa anche un’altra cosa: entrare in edicola, comprare Autosprint, iniziare gli scongiuri, i pronostici, colorare le speranze, studiare il calendario, appuntare un weekend immaginario di ferie a Imola o in Ungheria o perché no, a Las Vegas, sognando in grande, perché sì, marzo è anche questo: l’inizio della formula 1.
Quest’anno un pilota in particolare, sta tentando l’impossibile: tornare ad essere competitivo all’età di 41, quasi 42 anni. Il più “vecchio” della griglia. In un settore di rookie e giovani molto promettenti.
Sto parlando ovviamente di Fernando Alonso, spagnolo made in Asturias, che esattamente ventidue anni fa (4 marzo DUEMILAUNO) faceva il suo esordio in F1 alla guida della Minardi, che, ndr, è stata una delle prime parole che ho imparato a scrivere quando avevo cinque anni😂.
Una carriera incredibile, due mondiali vinti e due sfiorati, un sacco di sfighe e di scazzi, un percorso non perfetto, non esaustivo da un punto di vista delle vittorie, non impeccabile eppure leggendario. Perché?
Tanti piloti hanno vinto più di lui, eppure lui ha qualcosa di diverso.
Perché sto scrivendo su substack tutto questo di domenica mattina quando potrei fare ben altro tipo dormire visto che sono esaurita, dopo che su di lui ci ho già scritto un pezzo? (“Alonso”-2640)
Per celebrare Fernando?
Non ne ha bisogno.
Lo scrivo perché la sua partenza in P5 oggi, sommata a questo weekend di prove libere fenomenali in cui è risultato il più veloce, dopo aver passato sostanzialmente tutte la pausa invernale ad allenarsi come un pazzo, è una lezione per tutt3 noi.
No, non sto dicendo che sei vuoi puoi. Perché non è vero un cazzo che se ti impegni ce la fai sicuro. Togliamocelo dalla testa: la legge del più forte è un concetto pericoloso e tossico che non aderisce alla realtà, proprio perché la vita è un po’ come una macchina di formula 1: anche se tu hai le migliori intenzioni, non sempre riesci ad andare veloce, non sempre la macchina è adatta a te, non sempre il fisico regge, e se esageri rischi di farti male.
Smettiamola di dirlo, di pensarlo, di professarlo: volere NON è potere.
Mi piace più pensare che ogni sogno vada rispettato e aiutato ad uscire dal cassetto.
Alonso è un personaggio dal carattere sanguigno, spesso reputato maleducato e poco sensibile (poi lo conosci di persona ed è un tranquillone, ma tant’è), ma è proprio questo il punto:
Assistere ad un inizio stagione come questo è un regalo di osservazione che possiamo farci: ognunə di noi ha difetti, limiti, bias, può avere fortuna o sfortuna, può risultare simpatico o timido o sbruffone, può essere forte ma non avere risultati, può non vincere abbastanza, non sentirsi abbastanza, può essere bravissimo ma non essere notato, o anche poco promettente eppure valido, e poi può succedere anche che la vita, ad un età o in un momento in cui “ormai” non dovresti contare più per la società, in cui nessunə crede in te, ti faccia splendere ancora.
Ognunə di noi è contraddittorio, ognunə di noi è complesso, ma proprio per questo (e non “nonostante” questo) ognunə di noi ha infinite possibilità e dobbiamo lottare perché il mondo non sia una gara, ma uno spazio dove ognunə possa trasformare i propri sogni, che no, non hanno mai una data di scadenza.
Che bello leggere questa tua riflessione, Francesca, dopo aver visto la gara di oggi! :)
Quanto abbiamo bisogno di complessità, di ridurre questa competizione sfrenata e di smitizzare questo mito nocivo del volere è potere. Quanto abbiamo bisogno di coltivare e volere più bene ai nostri sogni. Quanto c'è bisogno di unione, di condividere insieme ragionamenti di questo tipo e di lasciarsi sorprendere dalla vita..
un po' come è successo a Fernando oggi nel team radio quando dal cuore gli è uscito quel
"Lovely car to drive" e ci ha scaldato un po' il cuore, e il perché l'hai scritto così bene qui.
Ciao Francesca. Le tue canzoni sono un patrimonio qualitativo assoluto e certi testi hanno un fascino di sapore antico. La tua musica mi ha regalato molta energia e voglia di non mollare mai, anche in situazioni sentimentali non facili, e anche complesse in altre circostanze. Grazie di tutto. Gianluca da Udine. Amico di Corrado.